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COVID-19: Soluzioni light progress per la disinfezione UV-C utili in questo momento di crisi

In questo momento di grande crisi mondiale dovuto agli effetti della diffusione del Covid-19, Light Progress riceve numerose richieste da ogni parte del pianeta. Per noi non è semplice lavorare in maniera pro-attiva e proporre soluzioni che possano aiutare a migliorare le condizioni attuali del settore sanitario senza correre il rischio di essere accostati a coloro che in queste ore speculano su una situazione che, specialmente in Italia, è particolarmente grave. Sappiamo però che il difficile contenimento di questa pandemia farà sì che, presto o tardi, tutti i paesi del mondo debbano affrontare le stesse problematiche e che presumibilmente la medesima situazione potrà ripresentarsi ciclicamente in futuro.

Riteniamo che condividere informazioni sulle soluzioni implementate in giro per il mondo grazie all’utilizzo dei prodotti Light Progress sia utile, soprattutto considerato che numerosi dei nostri sistemi possono salvaguardare la salute delle persone e mettere il personale sanitario nelle condizioni per lavorare in sicurezza.

 

RAGGI UV – C EFFICACI CONTRO I CORONA VIRUS (SARS – MERS)

La nostra azienda si occupa da sempre di prevenzione della contaminazione e aumento della sicurezza tramite il controllo delle trasmissioni incrociate in ogni ambito: dal trattamento delle superfici, al miglioramento della qualità dell’aria e alla purificazione dell’acqua.

I raggi UV sono una tecnologia consolidata e affidabile, è necessario però un solido know how per un utilizzo efficace e sicuro. Gli UV-C utilizzano la luce ultravioletta per inattivare i microrganismi, principalmente attraverso la reticolazione dei nucleotidi di timidina nel DNA e dei nucleotidi uracile nell'RNA, che bloccano la replicazione. I sistemi UVGI sono relativamente veloci e facili da usare, non lasciano residui chimici e non rischiano di esporre i lavoratori a sostanze nocive. In laboratorio gli UV-C sono stati utilizzati con successo per decontaminare i respiratori N95 esposti al batteriofago MS2 e al virus dell'influenza.

Al momento non sono disponibili test specifici sulla resistenza agli UV del Coronavirus SARS-Cov-2, ci sono però da sottolineare esempi di letteratura scientifica circa il trattamento UV-C di virus molto simili, come quello della SARS o della MERS.

È inoltre comprovata l’efficacia dei raggi ultravioletti nella disinfezione di aria e superfici da microrganismi molto più complessi e difficili da trattare rispetto a questo virus, come C. Difficile, MRSA, o minacce ancora più temibili, come Ebola e Legionella. (Kowalski 2009)

Si stima che il virus SARS-CoV-2 possa sopravvivere sulle superfici per un massimo di nove giorni, in base alla sua somiglianza a SARS e MERS. I disinfettanti standard sono efficaci contro la SARS-CoV-2, ma per avere ulteriore protezione e difendersi da errori nel processo di disinfezione manuale, la luce ultravioletta può essere usata per disinfettare le superfici e le attrezzature in seguito alla disinfezione chimica manuale. La American Society of Heating, Refrigerating and Air-Conditioning Engineers (ASHRAE) raccomanda l'irradiazione germicida ultravioletta come strategia per affrontare la trasmissione della malattia COVID-19 (ASHRAE 2020).

Consigliato da molti anni anche l’utilizzo dei sistemi a raggi UV negli impianti di gestione e trattamento dell’aria condizionata.

I sistemi UV Light Progress per l’aria condizionata trovano largo impiego già in molteplici settori: ospedali, industrie, rete trasporti e centri residenziali. Per maggiori informazioni, consultate la sezione del nostro sito dedicata al settore HVAC

 

IGIENIZZARE LE MASCHERINE CON I RAGGI UV-C

I raggi UV-C sono stati testati con successo nei laboratori come un metodo per decontaminare le maschere N95 esposte al batteriofago MS2 e al virus dell'influenza.



Nelle ultime settimane ci sono pervenute numerose richieste, provenienti da ogni parte del mondo. La nostra rete distributiva del settore sanitario, costituita da professionisti ed esperti dell’Infection Control, ci ha fornito numerosi spunti applicativi, che possono – anzi, devono - essere quanto più condivisi.

Lights4Health, nostro partner in Olanda, ha appena fornito al dipartimento SEH (Pronto Soccorso) del Leiden University Medical Center armadietti per il trattamento UV. In primis, i sistemi andranno a disinfettare le mascherine N65 in uso dal personale medico e paramedico.

Due studi sul trattamento con gli UV-C delle mascherine sono stati pubblicati su importanti riviste scientifiche, rispettivamente nel 2015 e nel 2018, quindi ben prima della recente diffusione del Covid-19. La problematica del reperimento delle mascherine è una costante nell’analisi di possibili scenari “apocalittici” circa la gestione di una pandemia globale. Uno dei testi riporta:
 

“La possibilità di una pandemia globale di una malattia respiratoria infettiva è un’enorme preoccupazione per la comunità sanitaria, perché gli operatori si troverebbero ad affrontare il rischio maggiore di esposizione.

Per le malattie pandemiche, che possono essere trasmesse da particelle trasportate dall'aria, le linee guida di precauzione per l'isolamento del Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie americano (CDC) richiedono che gli operatori sanitari indossino una protezione respiratoria durante il trattamento dei pazienti.

A causa della loro forma libera e della bassa capacità di filtrazione, le maschere chirurgiche non forniscono protezione respiratoria da piccole particelle trasportate dall'aria.

Per questo motivo, il dispositivo di protezione respiratoria più comune utilizzato in ambito sanitario è il respiratore facciale filtrante monouso N95 (FFR). Tuttavia, le procedure di controllo delle infezioni richiedono in genere che le mascherine monouso vengano scartate dopo un singolo utilizzo per evitare la contaminazione incrociata. Ciò significa che una pandemia di una malattia come l'influenza richiederebbe un numero enorme di mascherine per proteggere gli operatori sanitari dalla trasmissione per via aerea. L'Institute of Medicine (IOM) ha previsto che una pandemia influenzale di sei settimane richiederebbe 90 milioni di mascherine professionali.

L'Occupational Safety and Health Administration (OSHA) ha previsto che una pandemia influenzale durerebbe probabilmente 24 settimane, il che suggerisce che potrebbero essere necessari fino a 360 milioni di mascherine solo negli Stati Uniti.

 Un'impennata della domanda di questa entità supererebbe di gran lunga le attuali scorte e capacità produttive, e quasi certamente si tradurrebbe in una carenza”

Un modo per soddisfare la necessità di mascherine durante una pandemia sarebbe quello di riutilizzarle, poiché anche un numero ridotto di riutilizzi amplierebbe notevolmente il parco disponibile di respiratori monouso. Durante la pandemia di H1N1 del 2009, il CDC ha raccomandato alle strutture sanitarie di prendere in considerazione la possibilità di estendere l'uso e il riutilizzo dei respiratori N95 in casi di estrema necessità. Comprare mascherine in quantitativi massici rappresenta infatti un costo significativo, oltre alle difficoltà legate a processi di produzione e distribuzione.

Tuttavia, una preoccupazione significativa per il riutilizzo è la possibilità che le superfici esterne del respiratore si contaminino con materiale infettivo e portino alla trasmissione di malattie. Per evitare questo rischio, le mascherine dovrebbero essere decontaminate dopo ogni utilizzo.

Sono state testate diverse tecniche per la decontaminazione dei respiratori N95. Tra queste, l'autoclave, il vapore generato dal calore o dalle microonde, l'ossido di etilene, il perossido di idrogeno vaporizzato e la candeggina. Tutte le modalità descritte comportano vantaggi e svantaggi. Il calore e il vapore, ad esempio, possono sciogliere o degradare il respiratore e richiedere l'asciugatura del dispositivo dopo il trattamento.

I disinfettanti chimici richiedono risciacquo e asciugatura, e possono lasciare un odore sgradevole o un residuo che irrita la pelle. I sistemi gassosi che utilizzano ossido di etilene o perossido di idrogeno vaporizzato richiedono attrezzature specializzate e controlli della ventilazione.
 
 

DECONTAMINAZIONE DELLE MASCHERINE: OPPORTUNITÀ E RISCHI

I sistemi N95 non possono essere disinfettati con alcoli come l'isopropanolo, perché gli alcoli rimuovono la carica elettrostatica dal mezzo di filtrazione e ne degradano sostanzialmente la capacità di filtrazione. Una considerazione importante per tutti i metodi di decontaminazione, compresi i raggi UVGI, è il rischio che essi degradino il materiale del respiratore e, in particolare, che riducano la capacità del respiratore di filtrare i bioaerosol infettivi.

Alcuni studi hanno preso in esame gli effetti degli UVGI sull'aspetto del respiratore, sulla vestibilità, sulla resistenza del flusso d'aria e sull'efficienza di filtrazione dopo uno o tre cicli di decontaminazione e non hanno trovato effetti significativi. Tuttavia, gli effetti di un'esposizione prolungata agli UVGI dopo più cicli di decontaminazione non sono noti e non è chiaro quanto una dose cumulativa di respiratori UVGI possa resistere, quali danni si verifichino alla fine o quante volte le mascherine monouso possano essere potenzialmente decontaminate e riutilizzate. Questo suggerisce che il limite superiore per l'esposizione agli UVGI durante i ripetuti cicli di disinfezione dovrebbe essere fissato dalla degradazione fisica del materiale del respiratore e non da una perdita di capacità di filtrazione. Per alcuni modelli di respiratori, questo potrebbe potenzialmente servire come un utile avvertimento: se il materiale del respiratore è notevolmente degradato dopo la disinfezione UVGI, il respiratore deve essere ovviamente scartato.

Consigliabile - per un’azione ancora più efficace - sottoporre la mascherina a un riscaldamento a secco intorno ai 60°C per inattivare il più possibile i potenziali nuclei di infettivi intrappolati all’interno della trama dei filtri. Ovviamente sarebbe auspicabile avere sufficiente tempo e possibilità per poter progettare velocemente mascherine N95 specificamente per gli operatori sanitari che possano essere disinfettate anche 50 volte con cicli UV-C, tuttavia la situazione attuale è troppo urgente e necessita di risposte immediate.

 

UV-BOX E ALTRO ANCORA: SOLUZIONI LIGHT PROGRESS PER LA SANIFICAZIONE DI MASCHERE E STRUMENTI IN AMBITO SANITARIO

I feedback arrivati dalla nostra rete vendita suggeriscono che applicazioni dell’armadio per il controllo della contaminazione UV-BOX si sono rivelate risposta efficace per trattare le mascherine e tutto il materiale contenuto in un’ambulanza sottoposta a utilizzo massiccio durante l’emergenza Covid-19. Vista la necessità di trasportare pazienti e il poco tempo a disposizione tra una chiamata e l’altra, il Leiden University Medical Center ha deciso di trattare con il nostro sistema UV il materiale potenzialmente contaminato. Un indicatore che cambia colore al raggiungimento di una dose sufficiente di raggi UV tale da inattivare i patogeni sulla superfice è stato utilizzato per confermare la correttezza del trattamento.

Oltre alle maschere, il nostro UV-BOX può essere utilizzato per la disinfezione di qualsiasi altro strumento comunemente utilizzati in qualsiasi ospedale, clinica,ambulanza, etc.



Light Progress ha progettato anche un dispositivo specifico per la decontaminazione degli stetoscopi utilizzando l'innovativo UV-C LED.

Per saperne di più visitate il sito www.stetclean.com

I prodotti Light Progress per gli ambienti sanitari rappresentano da sempre una soluzione semplice per proteggere dall'esposizione a possibili contaminazioni.

Tutti dovrebbero essere consapevoli che in questo momento di assoluta crisi globale la tecnologia UVGI può fare la differenza nel modo in cui controlliamo la diffusione delle contaminazioni, salvaguardando la salute dei pazienti e dei lavoratori.

La tecnologia UVC non crea alcuna resistenza su nessun microrganismo, quindi possiamo garantire risultati costanti e una grande efficacia dimostrata dalla scienza.
 

L’emergenza Coronavirus richiede l’impegno di tutti

Light Progress si rende disponibile a fornire i suoi prodotti a prezzi particolarmente scontati per venire incontro alle crescenti necessità del mercato e fornire il proprio contributo in questo momento di estrema difficoltà

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Bibliografia:
Lindsley WG, Martin SB Jr, Thewlis RE, et al. Effects of Ultraviolet Germicidal Irradiation (UVGI) on N95 Respirator Filtration Performance and Structural Integrity. J Occup Environ Hyg. 2015;12(8):509–517. doi:10.1080/15459624.2015.1018518
Ultraviolet germicidal irradiation of influenza-contaminated N95 filtering facepiece respirators” Mills, Devin et al. American Journal of Infection Control, Volume 46, Issue 7, e49 - e55
Kowalski, Wladyslaw. (2020). 2020 COVID-19 Coronavirus Ultraviolet Susceptibility. 10.13140/RG.2.2.22803.22566.
Hang L, Yang Y-R, Zhang Z, Lin Z. (2020). Genomic variations of COVID-19 suggest multiple outbreak sources of transmission. medRIX (preprint).
20. Zhu N, Zhang D, Wang W, Li X, Yang B, Song J, Zhao X, Huang B, Shi W, Lu R and others. (2020). “A Novel Coronavirus from Patients with Pneumonia in China”, 2019. N Engl J Med 382,727-733.
Hang L, Yang Y-R, Zhang Z, Lin Z. (2020). “Genomic variations of COVID-19 suggest multiple outbreak sources of transmission.” medRIX (preprint).
 
Light Progress non si assume alcuna responsabilità per la certificazione della sicurezza delle mascherine con i nostri sistemi UVGI e tutti i prodotti devono essere utilizzati in modo consapevole.
 


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